Sanremo e lo spettacolo del Carri Fioriti “Sanremoinfiore 2013”

Torna lo spettacolo dei Carri Fioriti a San Remo

Domenica 10 marzo 2013 torna la celebre sfilata dei Carri Fioriti di Sanremo. Questa importante manifestazione nasce nel 1904 con il nome: “Festa della Dea Flora” in cui sfilavano le carrozze ornate e decorate dai fiori di Sanremo. Con il passare del tempo il successo fu tale da divenire un appuntamento annuale. Procedette regolarmente sino al 1966, dopo di che fu interrotto sino al 1980, e riprese trasformandosi in uno degli eventi “clou” del calendario manifestazioni del Comune di Sanremo.

Il Corso Fiorito è seguito da circa 60.000 spettatori che vengono a Sanremo appositamente per assistere a questo evento, nonchè da milioni di telespettatori che seguono la manifestazione in diretta televisiva, essendo il corso fiorito ripreso dalle telecamere di Linea Verde (Rai 1).

Quest’anno il tema della manifestazione sarà: “ L’UOMO NELLO SPAZIO ”.

Il Corso Fiorito si svolgerà, come di consuetudine,  dalle ore 10:00 alle ore 13:30

ORDINE DI SFILATA E TITOLO DEL CARRO:

  1. GOLFO DIANESE – “A SPASSO NEL COSMO”
  2. RIVA LIGURE – “ALLUNAGGIO!!!AR…RIVA (LIGURE) BUZZ LIGHTYEAR”
  3. BORDIGHERA – “APOLLO 10”
  4. VENTIMIGLIA – “ASPETTANDO IL RITORNO”
  5. TAGGIA – “AVATAR”
  6. SANTO STEFANO AL MARE – “FUTURAMA”
  7. DOLCEACQUA – “LIGURI NELLO SPAZIO”
  8. SEBORGA – “ALLA CONQUISTA DI NUOVI PIANETI”
  9. OSPEDALETTI – “PASSEGGIATA … TRA I PIANETI”
  10. VALLECROSIA – “VERSO L’INFINITO E OLTRE”

Qui troverete tutte le informazioni:  http://wwww.sanremoinfiore.it/

I 100 anni della Chiesa Russa di Sanremo

In occasione del centenario dell’inaugurazione della celebre Chiesa Russa di corso Imperatrice, che tanto ha contribuito a rendere famosa Sanremo in tutto il mondo, ecco in breve la sua storia:

L’iniziativa per la costruzione di un edificio religioso a Sanremo, da destinarsi a luogo di culto per la numerosa comunità russa locale di fede ortodossa, era partita dall’imperatrice madre Maria Fërodovna, vedova di Alessandro III e madre di Nicola II, con l’approvazione del procuratore del Santo Sinodo Vladimir K. Sabler, anche per ricordare adeguatamente il soggiorno matuziano, avvenuto tra il 1874 e il 1875, dell’imperatrice Maria Aleksandrovna, consorte dello zar Alessandro II, la quale aveva lasciato un buon ricordo in città, tanto che l’Amministrazione comunale, presieduta dal sindaco Stefano Roverizio di Roccasterone, aveva deliberato di intitolare il corso abbellito con le palme donate da lei stessa alla città, proprio alla sovrana russa. Prima ancora dell’erezione della nuova chiesa, la comunità russa sanremese disponeva peraltro già di una piccola cappella destinata al culto ortodosso e inaugurata il 21 febbraio 1910 nella casa dei fratelli Ermiglia in via Roma al civico 22, alla presenza del vescovo ortodosso Vladimir e di vari notabili russi provenienti anche da Nizza e Mentone, e della quale venne eletto starosta (sindaco) il signor Cheremtief. Il progetto venne affidato ad un architetto russo molto famoso e stimato, l’accademico Aleksej V. Sucev, che si ispirò allo stile della celebre chiesa moscovita di San Basilio e si avvalse della preziosa collaborazione degli ingegneri locali Pietro Agosti (figlio di madre russa) e Franco Tornatore, i quali approntarono il progetto definitivo della nuova chiesa, in cui seppero fondere in maniera armoniosa diversi stili, come quello neomoresco, neobinzatino e neoclassico, ottenendo un effetto di grande fascino grazie al suggestivo intreccio dei cromatismi delle cinque cupole a bulbo e della guglia.

Nel novembre 1912 era stato intanto varato il comitato promotore per l’erezione del nuovo edificio sacro, al quale aderirono, oltre a personaggi delle istituzioni, anche numerosi cittadini privati che diedero il loro fattivo contributo per la realizzazione dell’impresa, tanto che giunsero al comitato sostanziose offerte in denaro dalla Russia e da parecchi altri paesi, per cui si può ben dire che la chiesa sia stata eretta grazie anche all’impegno e alla devozione di molti fedeli ortodossi sparsi in tutto il mondo. Del comitato fecero dunque parte, oltre al presidente conte Giuseppe Tallevici, che aveva tra l’altro messo a disposizione un terreno di sua proprietà per la costruzione del nuovo edificio, e alla sua consorte di origini russe contessa Anna Tarasova, la signora Anna Suchanina, Théophile Debraud, il conte Seremetev, il viceconsole russo a Sanremo Giorgio de Thillot, gli ingegneri Agosti e Tornatore e l’architetto moscovita Sucev, il succitato primo progettista della chiesa, mentre il consiglio di fabbriceria era composto, oltreché dall’ambasciatore russo in Italia Anatolij Krupenskij e dal console generale di Russia a Genova principe A.L. Gagarin, dal sindaco di Sanremo Alfredo Natta Soleri, dal sottoprefetto Bodo d’Albaretto, dal pope della chiesa russa di Firenze e da varie personalità della colonia russa locale, tra i quali il conte del Castillo, la contessa Olsuf’eva, il generale Trouth, il signor Petrov e la signora Sipjagin. Il 9 dicembre 1912 si tenne la cerimonia di posa della prima pietra del nuovo edificio, alla quale parteciparono tra gli altri le signore de Nepljuev, i principi Bagration, il barone de Karamicev e la sua consorte, il conte Vladimir Gurovskij, la signora Mlinkovskij, il dottor Asvadurov, il generale Boris de Kolombakin e sua moglie, la signora Kostomarov, la signorina Anna de Tulupov, la signora Daziarov e la generalessa Kotonev. Dopo l’avvio dei lavori, la costruzione in cemento armato della chiesa venne portata a termine in cento giorni lavorativi da una squadra di operai e manovali dell’impresa Vernassa diretti dall’assistente Francesco Malacrida.

Il 23 dicembre 1913 si svolse la solenne inaugurazione della nuova chiesa, dedicata a santa Caterina martire e al santo taumaturgo Serafino di Sarov – anche se è detta comunemente chiesa di Cristo Salvatore – e aperta nello stesso giorno all’esercizio regolare del culto russo-ortodosso. Alla cerimonia di inaugurazione parteciparono l’ambasciatore Krupenskij, il console russo a Genova Gagarin, il viceconsole della Russa in città du Thillot, il prefetto di Porto Maurizio Pesce, il sottoprefetto di Sanremo Bodo d’Albaretto e il commissario prefettizio Luigi De Lachenal. La chiesa fu consacrata dal vescovo ortodosso di Polock Vladimir, assistito dall’archimandrita Philipp, residente a Roma, e da altri sacerdoti nel corso di una funzione religiosa che durò oltre tre ore e che fu accompagnata da canti liturgici di rito bizantino-slavo eseguiti da un coro di cantori delle chiese russe di Mentone e Nizza; durante la cerimonia le contesse Tallevici raccolsero a beneficio della chiesa l’allora cospicua somma di 1800 lire. Dopo l’inaugurazione si tenne poi, su invito del presidente del comitato per l’erezione della chiesa conte Tallevici, un sontuoso banchetto all’Hotel Savoy, nel corso del quale fu intonato l’inno nazionale russo, seguito dalle note della Marcia reale italiana, dopodiché l’ambasciatore russo in Italia Krupenskij lodò apertamente gli ottimi rapporti esistenti tra la Russia e l’Italia, nonché i grandi meriti del conte Tallevici e dell’ingegner Agosti nell’erezione del nuovo edificio, annunciando l’invio di un telegramma allo zar Nicola II, che si trovava allora a Levadija, con espressioni di sincero omaggio da parte del comitato per l’erezione della chiesa e della colonia russa matuziana.

L’attuale edificio comprende tre corpi di fabbrica in comunicazione tra loro: la chiesa propriamente detta, a forma rettangolare, composta dalla grande navata centrale riservata ai fedeli, la zona absidale disposta ad emiciclo, separata dalla navata da una parete divisoria, nella quale si aprono tre grandi porte, di cui quella centrale, o porta dello Zar, chiusa da un cancello in ferro alto un metro, e la sacrestia, in cui sono custoditi vari oggetti sacri. La chiesa è sormontata dalle caratteristiche cinque cupole dorate policrome a tetto azzurro, al cui vertice sono poste le tipiche croci russe a tre braccia, e delle quali la centrale, più alta delle altre, si eleva a circa cinquanta metri dal suolo, mentre il campanile a forma ottagonale, situato a fianco della chiesa sul lato meridionale della costruzione, è dotato di cinque piccole campane. In occasione dell’inaugurazione furono inoltre donati agli amministratori dell’edificio sacro numerosi oggetti religiosi, sia votivi che ornamentali, tra i quali due icone del Salvatore e della Madre di Dio, copie fedeli dei dipinti del famoso pittore Viktor M. Vasnecov, attualmente esposti nella cattedrale di San Vladimiro a Kiev, offerte dalla signora Pauwers, e, come i quadri della città russa, collocate ai due lati delle cosiddette «porte reali». In particolare, i coniugi Tallevici donarono alla chiesa mobili, arredi, vasi e ornamenti sacri, oggetti rituali e diverse icone di notevole valore.

Lo scoppio della Grande Guerra e i successivi avvenimenti, tra i quali in particolare la caduta del regime zarista, impedirono il completamento della decorazione interna con la realizzazione di una serie di affreschi, secondo quanto previsto nel piano originario di costruzione della chiesa, il cui interno è ancor oggi del tutto spoglio, pur rappresentando il punto di riferimento obbligato per i turisti russi di passaggio nella nostra città. Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale l’edificio subì gravi danni a causa dei bombardamenti aerei, poi comunque riparati subito dopo la guerra a cura dell’Amministrazione comunale, che permise così alla chiesa di salvarsi dalla distruzione. Nel 1921 vennero sepolte, nella cripta dell’edificio, le salme, trasferite nella chiesa sanremese da Antibes, dei reali del Montenegro Nicola I Petrovic Njegos, della sua consorte Milena, genitori della regina d’Italia Elena di Savoia, e delle loro figlie Vera e Xenia, morte in esilio come i loro genitori. Il 29 settembre 1989 le spoglie mortali dei reali montenegrini sono state quindi traslate con una solenne cerimonia nel paese natale, dopo sessantotto anni di riposo in terra italiana a Sanremo, dove re Nicola aveva espressamente chiesto di essere sepolto insieme alla moglie e alle figlie. Sempre nel 1989 vennero collocati nel giardino della chiesa due busti in bronzo, raffiguranti il re d’Italia Vittorio Emanuele III e la regina Elena, realizzati nel 1930 dallo scultore Monti su modello di F. Johnson e rimasti a lungo in un magazzino, dove erano stati trasferiti dopo la caduta della monarchia in Italia. Nella chiesa si svolgono tuttora funzioni liturgiche di rito ortodosso nei giorni festivi.

Fonte: Sanremonews.it – Autore: Dott. Andrea Gandolfo

Sanremo: 63° Festival della Canzone Italiana e non solo…

Febbraio a San Remo è il Festival: come ogni anno, per una settimana, la Città dei Fiori sarà animata dalle note e dai colori della manifestazione canora famosa in Italia e nel mondo.

Il sipario del Teatro Ariston si alzerà dal 12 al 16 febbraio, ma chi decide di vivere il Festival nella città del Festival godrà di una settimana di backstage, con incontri, concerti, gossip e passerelle vip. E’ quasi impossibile sfuggire al ciclone di note che si abbatterà su Sanremo durante la sessantatreesima edizione del Festival: la centrale piazza Bresca, abituale centro della movida rivierasca, si trasformerà in un grande spazio dedicato a show case, incontri con cantanti e dj set.

Se sono i divi che vi interessa vedere da vicino, occhio alla passerella di via Matteotti: un red carpet d’eccezione in cui cantanti e ospiti d’eccezione fanno il pieno di pubblico, oppure aspettateli sotto gli hotel più prestigiosi. Ma a volte basta fare una passeggiata in corso Imperatrice, il lungomare che parte subito dopo il Casinò, per incontrare facce note della TV o cantanti in cerca di ispirazione.

Ma oltre il Festival, Sanremo offre molti spunti alternative. Una visita guidata al Casinò Municipale è quel che ci vuole per entrare nell’atmosfera liberty della città. Il più antico casinò italiano ancora attivo ha una storia secolare fatta dei personaggi che lo hanno frequentato: Pirandello, Mascagni, re Faruk d’Egitto, Carlo Rubbia, Sofia Loren, Giuseppe Ungaretti, Duke Ellington, Ella Fitzgerald. Non solo gioco, ma anche cultura , spettacolo, teatro, musica: proprio qui nel 1951 si svolse la prima edizione del Festival.

La Sanremo liberty è tutta da scoprire. Sanremo, tra Ottocento e Novecento, ospitò grandi architetti e magnati di varie nazionalità che spesso lasciarono in città segno del loro passaggio per l’avanguardia delle scelte architettoniche. E’ lo stile liberty quello che domina in centro e nelle ville circostanti. Visite guidate permettono di apprezzarne la bellezza: da villa Angerer alla bella villa Rothembourg, oggi residenza del Vescovo; Villa Santa Clotilde, acquistata da Don Orione per farne una casa di assistenza; Villa Virginia, Villa Fiorentina, Villa Perla e Villa Capodimonte, fino a Villa Zirio, che nel 1887 ospitò l’imperatore Tedesco Federico III. Dal piano terra della Villa parte il più antico ascensore d’Europa.

Un luogo unico e speciale è poi la Chiesa Russa, proprio dietro il Casinò. Chi arriva a Sanremo non può poi ignorare che questa è la città di uno dei più grandi scrittori italiani: Italo Calvino. Villa Meridiana, la strada di San Giovanni: pochi dei luoghi di Calvino sono ancora vivi, la Sanremo di Calvino è ormai una città invisibile. Ma a spasso nella Pigna, nella città vecchia, o sul porto, o, ancora, nei nuovi popolosi quartieri di via Martiri o via Pietro Agosti, è possibile ritrovare ciò che ispirò “La speculazione edilizia”. Una mostra “Le città invisibili”, aperta durante il Festival nell’atrio della Biblioteca Civica di Sanremo, ospita una installazione inspirata a Italo Calvino: una serie di illustrazioni, realizzate con materiale povero e con il solo supporto tecnico di una fotocopiatrice elevata a “strumento creativo”, che propongono composizioni di caratteri stampa riferiti alle città invisibili indicate dallo scrittore. Per spostarvi o fare un po’ di moto, approfittate dalla bellissima Pista Ciclabile Area 24. La pista si estende sulla costa ligure lungo 24 chilometri e attraversa ben 8 Comuni, da Sanremo a San Lorenzo a Mare. Progetto avviato nel 2008, verrà ulteriormente esteso ad Ospedaletti per circa 60 Km di Riviera Ligure di Ponente. Se è lo shopping invece che vi interessa, nessun problema: i negozi di via Matteotti, via Corradi, san Siro, corso Mombello, piazza Bresca, via Agosti e via Feraldi saranno aperti per Saldi di gioia. Che occasione, comprare grandi firme al Festival di Sanremo!

Segui gli eventi in programma, su www.sanremo.rai.it

Fonte: turismoinliguria.it

Liguria: soglia più bassa per l’esenzione IRPEF

Diminuisce la pressione fiscale in Liguria e si riduce anche la soglia di reddito per ottenere l’esenzione Irpef, che passa da 30mila a 27mila euro.

La Regione Liguria ha stabilito una nuova soglia di reddito per ottenere l’esenzione dal pagamento dell’IRPEF: ora è valida per i redditi fino a 27mila euro e non più per quelli fino a 30mila. La Regione Liguria ha così deciso per compensare la riduzione delle entrate così come certificato dal monitoraggio del Ministero delle Finanze e del Ministero della Salute.

Tuttavia, in seguito alla riduzione della pressione fiscale si è ridotto anche il numero dei contribuenti: fino all’ anno scorso le esenzioni coinvolgevano le persone con redditi fino a 30mila euro.
L’assessore regionale al Bilancio, Pippo Rossetti, ha illustrato così la manovra che ha portato alle modifiche annunciate nell’ambito delle esenzioni dell’addizionale regionale: «La Regione Liguria si era presentata al tavolo di monitoraggio del Mef e del ministero della Salute con un disavanzo sanitario nel 2011 di 143 milioni di euro che avevamo coperto con la cartolarizzazione e con le risorse della fiscalità, esentando i contribuenti fino a 30mila euro. La precedente manovra era supportata dalle stime effettuate dal Ministero, nel mese di luglio, sui gettiti IRPEF e IRAP.

Una previsione che il 4 dicembre è stata rivista al ribasso in quanto il Ministero ci ha comunicato che, a causa della congiuntura economica sfavorevole, si avrà un minor gettito stimata dal dipartimento delle Finanze del Mef in circa 10 milioni di euro».

Fonte: Attico.it

Imu – Pagamento anche con bollettino postale

Diventa più semplice e veloce per i cittadini effettuare il pagamento dell’Imu visto che può essere realizzato anche con il tradizionale bollettino postale, in alternativa all’uso del modello F24. Il bollettino realizzato da Poste Italiane per il pagamento dell’Imu ha prestampata la dicitura “Pagamento Imu” e riporta il numero del conto corrente che è unico in tutta Italia.

La cifra da versare va arrotondata per difetto se l’importo finale e’ inferiore a 0,49 e per eccesso se e’ superiore. Se nell’ambito dello stesso Comune il contribuente ha piu’ immobili sui quali deve pagare l’imposta, il versamento deve essere unico e cumulativo comprendendoli tutti mentre se ha piu’ immobili deve utilizzare un bollettino per ogni territorio in cui questi sono ubicati. Il bollettino Imu puo’ essere pagato in contanti e anche con carta Postamat e Bancomat.

Per rendere piu’ semplice il pagamento con il modello i cittadini Poste Italiane ha anche attivato su www.poste.it una modalita’ che permette di compilare direttamente dal proprio computer il modulo F24 e poi recarsi allo sportello dell’ufficio postale per perfezionare la procedura e pagare. A ciascun modello F24 compilato su web sarà assegnato un codice identificativo univoco per il riconoscimento della pratica. A quel punto il cliente dovrà solo salvare sul proprio computer il modello F24 che ha compilato in formato Pdf, stamparlo e portare tutte le tre copie all’ufficio postale per il pagamento. I clienti BancoPostaOnline e BancoPosta Click potranno effettuare il pagamento direttamente online su www.poste.it con addebito in conto corrente e con carta di credito. I clienti registrati al sito poste.it, non correntisti BancoPosta, potranno effettuare il pagamento online esclusivamente con carta di credito.

Dichiarazione IMU: spostamento dei termini

Imu: slitta dal 30 novembre al 4 febbraio 2013 il termine per la dichiarazione

Nulla cambia invece per i termini del versamento dell’imposta.

Il Tesoro ha spostato dal 30 novembre al 4 febbraio prossimo il termine per la dichiarazione dell’Imu.

La dichiarazione Imu spostata al 4 febbraio e’ in pratica la dichiarazione di una variazione nella tipologia di possesso dell’immobile, ed e’ obbligatoria nei casi in cui sono intervenute variazioni rispetto alle dichiarazioni gia’ presentate, nonché  nei casi in cui si sono verificate variazioni non conoscibili dal Comune. E’ insomma una dichiarazione che si fa quando c’e’ una variazione del possesso di un immobile, ma non e’ necessaria quando si tratta dell’abitazione principale, a meno che i coniugi non hanno residenze diverse nello stesso Comune. Va presentata anche quando gli immobili godono di riduzione dell’imposta (ad esempio quelli inagibili o inabitabili, o quelli di interesse storico o artistico).

Quindi NON sono tenuti a presentare la dichiarazione Imu i possessori di immobili adibiti a abitazione principale, con relative pertinenze, perché il Comune conosce già tutti i dati anagrafici collegati alla residenza dei componenti del nucleo familiare. Una eccezione è costituita dal caso in cui i coniugi abbiano stabilito dimora e residenza anagrafica in due immobili differenti, poiché in questo caso, solo uno dei due può godere delle agevolazioni.

Un altro caso in cui la dichiarazione NON va presentata è quando è già stata presentata la dichiarazione Ici e NON sono, nel frattempo, intervenute variazioni.

La dichiarazione Imu dovrà essere presentata anche da tutti gli imprenditori agricoli professionali e dai coltivatori diretti e in tutti quei casi in cui il comune di riferimento non abbia informazioni sufficienti ai fini tributari.

Fonte: il web.